
Mettere in circolo l’amore
Sapevo che accettare questa settimana avrebbe comportato un mettermi in discussione e sapevo che, come spesso accade, sarebbe stata una scossa.
Ciò che non sapevo, è che avrei vissuto qualcosa che va oltre la semplice informazione: il respirare un’aria diversa, l’incontrare persone speciali, ognuna nella sua unicità, e sentirmi parte di un’umanità.
Dentro di me sento di aver vissuto un’esperienza di spiritualità. I primi giorni, infatti, mi sono interrogata sul mio stile di vita, i miei comportamenti cercando di essere il più chiara e sincera possibile con me stessa.
E dentro di me sentivo pian piano le paure e le resistenze, e allo stesso tempo, una voglia sempre più crescente di cambiamento, un voler essere migliore.
Sapere come noi apprendiamo dalla cultura dominante e la società comportamenti che riteniamo “innocui” se con moderazione, o addirittura riti di passaggio (ad esempio la Prima Comunione dove la particola è accompagnata con il vino), o momenti di condivisione e legame con amici, parenti e colleghi, mi ha fatto molto riflettere su quanta informazione, promozione e protezione della salute manchino.
Spesso si associa i pericoli del bere unicamente agli incidenti stradali dove la preoccupazione sono i danni più o meno gravi, se non la morte, e il ritiro della patente.
Scoprire quanto l’alcol incida, specialmente in giovane età, sulle connessioni neuronali mi ha aperto un mondo, per non parlare di tutte le complicazioni fisiche a cui può portare.
Dal pensare il mio bere come moderato sono passata seriamente a interrogarmi se valeva la pena rischiare tutto ciò per una birra: legami con le persone, il voler bene e il voler far del bene a me stessa.
Da quel momento il vedere solo gli effetti negativi ha lasciato posto a una spinta e voglia sempre più forte di cambiare e la consapevolezza di dover fare presto una scelta che mi avrebbe cambiato la vita.
La discussione in comunità, i lavori di gruppo, i gruppi auto-gestiti e le pause sono stati tutti momenti di forte condivisione e unione in cui ho davvero respirato il calore, l’empatia, la ricchezza delle persone vicine.
Il titolo del mio elaborato ha infatti una doppia valenza: da un lato questo corso mi ha aiutato a mettere in circolo la vita dentro di me, nel senso che mi ha portato a sentire dentro questo flusso di energia fatto di paure e allo stesso tempo opportunità.
Mi sono sentita viva, capace di poter compiere una scelta, di avere le risorse per mettermi in discussione nonostante le mie fragilità, i miei dubbi.
È il vedere se stessi realmente per ciò che si è, per ciò che si è stati e per ciò che si può essere e si può fare.
È il provare a vedersi nel futuro. Poi ho cominciato a vedere la mia bellezza così come la bellezza di ogni persona che incontro, ognuno con le proprie difficoltà e le proprie potenzialità, e per questo unica.
La paura ha lasciato posto alla gioia di vedere con occhi nuovi tutto: persone, colori, emozioni, storie, sogni.
Oltre a mettere in circolo la vita dentro di me, questa settimana, nell’ottica sistemica, mi ha aiutato ad essere consapevole della mia responsabilità, anche come futuro Assistente Sociale, della salute di tutti. Non sta a me aiutare le persone a cambiare, controllarli, ma applicare il non giudizio e soprattutto è mia responsabilità pensare al mio percorso di cambiamento: ogni persona che avvia un processo di cambiamento, influenza il sistema e ne è influenzata. Ecco perché mi sento parte di una Comunità in cui si deve valorizzare ciò che funziona, attivando circuiti dello star bene che sono possibili grazie alle relazioni nutrienti che si instaurano.
Nel Club ho avuto modo di respirare un’ atmosfera in cui ci si sente tutti di avere uno scopo comune e che ci coinvolge come parte attiva restituendo responsabilità anche a chi non sentiva più di averne. Io stessa prima di questo corso avevo perso la motivazione, dopo diversi anni, del mio impegno nella Comunità locale in cui abito, ma ora mi sento rinata, sento un’energia dentro che non riesce a stare dentro di me, vuole uscire e riportarmi ad amare, giocare e crescere nelle comunità in cui vivo. I confini della comunità locale si sono rotti e ho ritrovato la voglia e il sentire di essere cittadina del mondo, partecipe e responsabile della salute e del benessere di tutti. Ecco il secondo significato del titolo del mio lavoro: mettere in circolo la vita, non solo la propria, ma anche quella dell’umanità intera vista come una grande famiglia. Pensare la persona come umana, multidimensionale, sacra, da rispettare in tutti i suoi tempi dà alle persone l’opportunità di diventare veri protagonisti della vita (spiritualità antropologica).
Questa settimana mi ha cambiato tanto e continua a farlo, non posso far altro che ringraziare la vita per avermi dato questa opportunità, ed ora tocca solo a me: metto in circolo la vita!
Teresa Ferro – Corso di Camisano
tratto da Camminando Insieme – Settembre 2016