
Sintesi conclusiva del XXIV Congresso di spiritualità antropologica ed ecologia sociale
Nei giorni dal 13 al 15 maggio si è svotto ad Assisi presso la Cittadella il 24° Congresso di spiritualità antropologica ed ecologia sociale al quale hanno partecipato più di mille persone provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia; dalla Croazia ha partecipato Zoran Zoricic, presidente dell’Associazione dei Club del suo paese.
Ringraziamo tutti i partecipanti, gli “artisti” dell’Acat Basso Piave, tutti coloro che dalle regioni ci hanno portato delizie alimentari per l’incontro del venerdì sera.
In apertura Padre Danilo ha ripercorso le radici, la storia di questo Congresso e gli stimoli che il Professor Hudolin ci ha lasciato relativamente alla spiritualità, ci ha ricordato che più che avere una spiritualità, noi siamo spiritualità, che l’approccio antropospirituale ha richiesto l’adozione di un nuovo modo di chiamare e pensare le cose e di abbandonare le etichettature che appiattiscono la persona su un aspetto del comportamento.
Si è poi riflettuto sulla necessità inderogabile di costruire insieme soprattutto nel campo delle relazioni: l’interdipendenza, l’interconnessione sono leggi che non si possono eludere nonostante a volte le difficoltà e le resistenze al costruire insieme siano molto sentite. Tra queste le questioni del “noi e gli altri”, dell’identità, della capacità di ascolto, che possono fermare la tensione verso il costruire insieme.
I Club, soprattutto in questo tempo, hanno il compito/responsabilità di far crescere (co-costruire) una spiritualità antropologica (cultura) che metta e rimetta al centro di ogni interesse la persona, la famiglia, la comunità.
Il Club è un contesto multifamigliare che favorisce l’emergere della bellezza che è in noi, al di là dei problemi alcol correlati, che libera il meglio che è in ognuno in vista di un benessere comunitario da consolidare ed è una occasione di rinnovamento per tutta la comunità.
Il Club valorizza le risorse delle persone, anziché soffermarsi sulle loro mancanze ed inadeguatezze, sperimentando così un arricchimento, talvolta inaspettato, di tutti i partecipanti, compresi i professionisti.
La formazione continua e la stessa visibilità del Club consentono di allargare la capacità di costruire reti territoriali non compassionevoli bensì liberanti, la formazione inoltre contribuisce a togliere pregiudizi ed idee non adeguate ed a sviluppare il senso di corresponsabilità.
Costruire insieme una cultura dell’accettazione e dell’accoglienza di persone portatrici di culture differenti dalla nostra, nel continuo sforzo di superamento di pregiudizi e chiusure, offre nuove insospettate possibilità di crescita.