
Qualcosa in più
Ho un’amica, molto cara, a cui voglio un bene immenso. Nel corso degli anni ho avuto modo di legarmi a tutta la sua famiglia: alla mamma, al fratellino ed alle due sorelle. Anche con il padre si è instaurato un certo tipo di rapporto, ma più distaccato a causa del suo carattere e del suo problema con l’alcol, sinceramente un po’ mi spaventava.
La prima volta che la mia amica me ne parlò rimasi stupita da quanta era la sofferenza che inondava la sua vita. Il padre beve praticamente da sempre, la madre è chiusa nella sua speranza di poterlo salvare ma, purtroppo, non ne ha le forze: una donna risucchiata dal dolore, quasi depersonalizzata e che a stento distingue la realtà dalla sua utopica visione della vita.
Volevo aiutarli. Sentivo il bisogno di fare qualcosa per non lasciare che si distruggessero a vicenda. Il problema era: come? Io, ragazza di 15 anni (ai tempi), con una vita altrettanto burrascosa e ancora alla ricerca di una propria identità. Non avevo le capacità, gli strumenti e le conoscenze.
Pian piano mi sono mobilitata a cercare qualcuno di più “esperto” che mi potesse consigliare. Ho cercato di “spingere” la mia amica verso il cambiamento. Lei, col tempo, ha acquistato coraggio ed era pronta a farlo. La madre, invece, ha sempre avuto paura di non potercela fare, di poter perdere i figli, di ammettere che ci fosse un problema.
È sempre stato questo l’ostacolo per me e lei; non avendo nessun feedback positivo da parte della madre non sapevamo se accettare l’aiuto di qualche assistente sociale o psicologo.
Poi un giorno, mentre passeggiavo per i corridoi della scuola, una professoressa mi ferma e mi parla di questo corso…così mi sono immersa in una nuova esperienza. Non sapevo cosa aspettarmi, non avevo idea di quello che avrei fatto e di chi avrei potuto incontrare. Mi sono ritrovata in mezzo ad un gruppo di persone molto diverse ma anche, per certi aspetti, molto simili a me.
Ho scoperto una nuova realtà a me prima sconosciuta. Ho scoperto cos’è AICAT e cosa sono i Club. Questa parola l’ho sempre associata a tante cose ma mai alla parola famiglia. È stata una vera sorpresa accorgermi ad un certo punto che non ero lì solo per la mia amica, ma per me, soprattutto per me. Sono felice di aver trovato un modo per provare a dare una possibilità di cambiamento ad una famiglia per me speciale.
Dopodiché, automaticamente, ho messo in discussione me stessa, ri ettendo su molte cose: dal mio stile di vita ai miei comportamenti e abitudini, dalla mia spiritualità e dalla convinzione che, da questo momento, avverrà una lunga strada verso la qualità, tutta in ascesa, per poter migliorare.
Detto onestamente è stata una settimana intensa e anche un po’ “dolorosa” (forse non è il termine esatto); ho lavorato sulle mie paure e difficoltà, ho aperto certi angoli del mio cuore che tenevo chiusi da un bel po’ e non è stato per niente facile ma, perlomeno, spontaneo e liberatorio.
Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere è il concetto di libertà: libertà di scelta e di cambiare ciò che è possibile. Non bisogna restare in una situazione stagnante, subire passivamente le cose intorno a noi. Possiamo scegliere se essere protagonisti o succubi, possiamo scegliere se dare importanza anche alle cose che spesso si danno per scontato…anche a quelle più semplici.
Ascoltando le storie di alcune persone dei Club ho capito che ogni singolo momento della nostra vita è importante e che c’è sempre una seconda possibilità, per tutti. Perciò bisogna volersi bene, essere naturali il più possibile, avere rispetto di noi e degli altri, darci il valore che meritiamo e proteggersi.
Questo è quello che tenterò di fare.
“La nostra anima brilla di luce propria, se glielo permettiamo”.
Deborah – IV anno Istituto Professionale Statale L. Cossa – Settimana sensibilizzazione di Pavia